Le sfide ed i bisogni devono essere affrontati adottando una visione unificata ed integrata. Da un lato occorre saper guardare lontano ed in grande, proiettando le proprie scelte attuative su scenari e sfide a più ampio respiro, disegnando in tal modo un digital tranformation path consistente e resiliente. Dall’altro è necessario saper tradurre gli spunti e gli indirizzi di tipo strategico e prospettico in concrete azioni di miglioramento della propria realtà operativa, diventando parte attiva di un sistema in cambiamento.
Modificare il nostro sistema alimentare adeguandolo ai principi dell’Economia circolare agroalimentare è tra le scelte di maggior impatto per contrastare il cambiamento climatico e sostenere il ripristino della biodiversità, al contempo agendo per garantire accesso a cibo adeguato e ad un sano stile di vita a quante più persone possibili.
L’attuale sistema alimentare ha supportato la crescita esponenziale della popolazione mondiale, ma è divenuto insostenibile per la società e per l’ambiente: l’agricoltura è infatti tra le principali fonti di emissioni di gas serra e di inquinamento ed il modello consumistico in uso nelle aree urbane comporta quantità di spreco alimentare, e non solo, altissime.
L’economia circolare agroalimentare (Sustainable Circular Economy) ha lo scopo di invertire la rotta dell’attuale modello lineare, che si basa sul principio del make-use-dispose, spostandolo verso una nuova direzione di stampo make-use-reuse che segue sistemi e logiche di rigenerazione e di riutilizzo (cradle to cradle) al fine di ridurre o eliminare completamente la produzione di scarti e di sprechi.
Il riciclo dei nutrienti e degli scarti consente di diminuire le emissioni di Greenhouse Gases e lo sfruttamento di terreno ed acqua.
Un cambiamento di questa portata richiede nuovi approcci ed investimenti, in termini sia di tempo che di fondi, poiché si tratta di cambiamenti che coinvolgono tutto il nostro sistema.
Scegliere i principi dell’Economia circolare agroalimentare significa sostenere i sistemi agricoli che oggi rischiano di andare in sofferenza e che, nei prossimi anni, arriverebbero ad avere impatti negativi su tutta la popolazione.
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