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nov 25
La filiera agro-alimentare, dalla produzione primaria al consumo, contribuisce in modo significativo alla produzione di scarti raggiungendo in Italia i circa 30 milioni di tonnellate annue. È quindi di assoluta importanza lo sviluppo di strategie di recupero e valorizzazione di questi materiali al fine di ridurne il semplice ma estremamente costoso smaltimento in discarica. Questo recupero è ancora più interessante se si considera che nei by-products sono in genere presenti significative quantità di componenti quali polifenoli, sali minerali, vitamine, proteine, zuccheri, fibre ad elevato valore nutrizionale e funzionale. In alcuni casi questo recupero può essere sviluppato nella stessa azienda di produzione del by-product ma spesso questo avviene in altre aziende creando in questo modo un collegamento virtuoso fra filiere produttive. Lo scopo di questo webinar è quello di esaminare i più significativi fra questi processi di recupero e valorizzazione ed i risultati raggiunti.
Abbiamo il piacere di parlare di "Valorizzazione dei sottoprodotti nel comparto agroalimentare" con:
Professor Zeppa:
Si potrebbe sintetizzare tutto in una parola: dipende. Dipende, perché ci sono situazioni in cui ovviamente io posso scegliere delle tecnologie che mi consentono il recupero del materiale ad esempio io ho dei pannelli esausti di frutta che sono quindi un sottoprodotto sono ricchi di acqua, posso utilizzarli omogeneizzandoli semplicemente aggiungendoli con dell’acqua e questo omogeneizzato lo vado ad utilizzare come integratore per alimenti con costi estremamente bassi. Ci sono altre situazioni in cui devo applicare delle tecnologie che non rendono più conveniente la trasformazione. Se io devo recuperare polifenoli dalle vinacce con un trattamento relativamente semplice questi polifenoli hanno un valore aggiunto estremamente alto e quindi conviene. Nel siero si fa già perché la tecnologia di ultrafiltrazione/nanofiltrazione osmosi è una tecnica poco costosa o dei componenti ad elevatissimo valore perché recupero lattosio recupero le sieroproteine, tutti gli integratori per sportivi contengono sieroproteine che vengono estratte dal siero. Il siero è uno scarto molto costoso per le aziende perché chimicamente lo smaltimento è estremamente costoso, ha un impatto ambientale altissimo e la tecnologia di recupero del siero proteine è relativamente poco costosa mentre le sieroproteine hanno un valore elevatissimo sul mercato e quindi va a bilanciare. In qualche modo dipende dalle situazioni, un esempio curioso è quello dei frutti oleosi in cui il prodotto di punta è l’olio, è sempre stato l’olio, l’olio di nocciola l’olio di pistacchio, di mandola, eccetera, e rimaneva un residuo che era il pannello di isoleato in cui non si sapeva che cosa farsene. Negli ultimi 4-5 anni si sono scoperti 1.001 usi del pannello di isoleato per cui adesso il sottoprodotto sta diventando l’olio mentre il prodotto è il pannello di isoleato. Ci vuole anche della ricerca cioè il fatto che la ricerca stia lavorando molto stai evidenziando delle tecnologie di recupero, delle applicazioni e quant’altro per cui ci sono continuamente delle situazioni che possono aiutare molto. Poi si tratta di costruire molte volte una filiera che non esiste perché l’azienda non è abituata a riutilizzare o a utilizzare dei sottoprodotti.
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La capacità di proposta di DFE nasce dall’esperienza e dai risultati ottenuti nell’ambito del programma di ricerca Food Digital Monitoring (FDM).
DFE è un ecosistema che mette a disposizione della filiera agroalimentare una specifica e distintiva capacità di innovazione digitale, completa per approccio, metodi, strumenti e tecnologie.